Ababo Insegnamenti

Allestimento degli spazi espositivi

Il programma intende affrontare le problematiche relative all’allestimento degli spazi espositivi permanenti e temporanei, sia da un punto di vista teorico che pratico.

Per poter imparare ad allestire una propria mostra lo studente deve prima di tutto prendere consapevolezza del proprio lavoro e del modo in cui i contenuti interni alla propria opera sono espressi in una data forma; dovrà poi acquisire dimestichezza con le modalità attraverso le quali i contenuti dell’opera possono essere valorizzati se le opere vengono allestite in modo opportuno.Si parte dall’idea che le modalità di fruizione aiutino a completare il messaggio che l’opera vuole trasmettere e di conseguenza che diventi fondamentale il rapporto volumetrico e spaziale che l’opera intrattiene con le altre opere e con il tutto.

Programma

Le lezioni nella loro parte pratica verteranno sull’analisi dei singoli lavori degli studenti e sui modi attraverso i quali essi possono essere allestiti in modo da esprimere al meglio i propri contenuti, seguendo un criterio metodologico che concepisce l’allestimento di una mostra come attivazione dello spazio espositivo attraverso accostamenti, divergenze e salti di scala.

La parte teorica che verrà svolta nel corso delle lezioni poggerà sull’insegnamento che due figure in particolare, oggi capisaldi indiscussi della storia dell’arte contemporanea, il curatore H. Szeemann e il gallerista F. Sargentini, ci hanno lasciato a partire in specifico da due mostre: 1. Szeemann, WHEN ATTITUDES BECOME FORM, Kunsthalle, Berne, 1969. Con questa mostra Szeemann raccoglie il meglio dell’arte mondiale in quel momento e per intenzioni curatoriali e pratiche espositive segna un radicale innovamento del concetto di allestimento in funzione dei nuovi linguaggi. Szeemann ci insegna che nell’allestimento di una mostra si mettono in atto le relazioni tra opere, spazio e pubblico.

2. Sargentini, dall’Attico (appartamento all’ultimo piano di uno stabile in Piazza di Spagna, Roma) al Garage in Via Beccaria, in cui nel 1967 viene allestita la mitica mostra collettiva Fuoco, Immagine, Acqua, Terra. Roma Anche questa mostra, come quella di Szeemann, apre la strada alla nascita di nuovi linguaggi che rivoluzioneranno completamente il concetto di allestimento sia da un punto di vista teorico che pratico. Infatti il tradizionale luogo espositivo cambia e da appartamento borghese si trasforma in luogo “sulla strada”, aperto a tutti i nuovi linguaggi che stanno nascendo e si svilupperanno nel corso del tempo fino ad oggi.

La nascita della nuova arte rivoluziona e ribalta completamente il concetto di allestimento degli spazi espositivi perché fino a quel momento la fruizione dell’opera avveniva in termini contemplativi; da allora in poi gli aspetti relativi al rapporto opere/spazio richiede una visione in grado di amplificare, tramite gli allestimenti, le poetiche delle opere esposte con un rapporto fenomenologico dello spettatore in un contesto allargato.

BIBLIOGRAFIA:

  • Ambra Stazzone, Harald Szeemann. L’arte di creare mostre, Fausto Lupetti editore, 2014
  • Hans Ulrich Obrist, Fare una mostra, De Agostini Libri, UTET, 2014
  • Pamela Bianchi, Ibridazioni espositive tra display e design, Postmedia Book, 2021
Modalità di verifica e valutazione

Colloquio orale + esercitazione pratica

Bibliografia
  • Ambra Stazzone, Harald Szeemann. L’arte di creare mostre, Fausto Lupetti editore, 2014
  • Pamela Bianchi, Ibridazioni espositive tra display e design, Postmedia Book, 2021
Testi consigliati
  • Hans Ulrich Obrist, Fare una mostra, De Agostini Libri, UTET, 2014
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