Ababo Art City
ARTalk City 2024

ARTalk City 2024

Ciclo di quattro incontri con alcuni dei protagonisti dell’edizione 2024 di ART CITY Bologna, realizzato con il coordinamento della Prof.ssa Maria Rita Bentini. Ludovica Carbotta, Luca Monterastelli, Greta Schödl, Virgilio Sieni si racconteranno in prima persona in dialogo con i rispettivi curatori e con i docenti dell'Accademia. 

giovedì 1 febbraio

Greta Schödl

dialoga con Silvia Evangelisti, Valentina Rossi e Fabiola Naldi

"Gli oggetti sono in grado di comunicare con noi. Ci avviciniamo a loro sia inconsciamente che consciamente, possiedono una memoria e un’energia composta da vibrazioni" 

Greta Schödl

Attraversando le stanze di Palazzo Paltroni in via delle Donzelle, alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, l’artista e performer Greta Schödl ci apre a una nuova visione del mondo e delle cose. È un’immersione totale nel flusso del suo processo artistico. Gli oggetti comuni parte di un universo femminile personale – lenzuoli, strofinacci, tende, assi da stiro, dischi – si caricano di nuova vitalità. Accanto a questi c’è la scrittura: parole, lettere e simboli, un segno continuo, ripetuto, che sposta l’attenzione oltre le superfici, sull’invisibile. E il corpo, quando le Settimane internazionali della Performance portavano il nuovo medium nelle gallerie e in città. Con Nino Migliori e in collaborazione con gli studenti dell’Accademia, rimette in scena in Piazza Maggiore le sue storiche performance Tubo del 1978 e Bidone dello stesso anno, oltre a Straßenpoesie (Basilea, 1980). Il tempo non esiste.
 
 
venerdì 2 febbraio 

Luca Monterastelli

dialoga con Alessandro Rabottini e Davide Ferri
 
Con l’installazione Storia di un onest’uomo, le opere di Monterastelli dialogano con lo spazio tardobarocco dell’Oratorio di San Filippo Neri. Qui l’artista si concentra sulla scultura intesa come segno applicato al corpo, «opera indossabile, capace di amplificare i gesti e mortificarli», come lui stesso scrive. Si compone un paesaggio altro, un guscio protettivo per uno stato di emergenza, il nostro, in cui «le opere sono simili a protesi in metallo, sono in bilico in quel limite in cui il vantaggio tecnologico – la protuberanza post-umana o la protesi create nell’intento di estendere le capacità del corpo – si confonde con il controllo, la limitazione dei movimenti e quindi la loro successiva cristallizzazione». Una tensione tra il bisogno di rintanarsi e quello di affrontare la realtà permea l’ambiente, dove è palpabile con nuove varianti l’indagine sulla persuasiva narrazione del potere politico che lo scultore continua a proporre nel suo immaginario visivo.
 
3 febbraio, ore 10

Virgilio Sieni

dialoga con Lorenzo Balbi e Graziella Battaglia
 
Elegia Luminosa è la nuova produzione di Virgilio Sieni che indaga la relazione tra l’artista bolognese Giorgio Morandi, di cui si celebra il sessantesimo anno della scomparsa, e i suoi oggetti. Il processo compositivo del pittore si traduce in un processo performativo, in cui la materia vivente diviene lentamente gesto. Osservando le nature morte e i paesaggi di Morandi si coglie lo sguardo emozionato di chi dialoga con le cose, non viste come entità inanimate ma soggetti che ci determinano, all’origine dunque della nostra azione. Il gesto allora si declina con lentezza, indaga la luce, lo scorrere del tempo, riflette sulla politica dell’agire umano così come sulla forza rivoluzionaria delle cose. Il progetto comprende Atelier Morandi – Palestra Auratica, un ciclo di lezioni sul gesto condotte da Sieni che hanno coinvolto cittadine e cittadini di Bologna insieme a studentesse e studenti dell’Accademia di Belle Arti, alcuni dei quali sono stati selezionati per partecipare alla performance che si svolge per ART CITY Bologna al Teatro Comunale.
 
4 febbraio, ore 10

Ludovica Carbotta

dialoga con Lorenzo Balbi e Luca Bertolo      

Al centro della poliedrica produzione dell’artista, da conoscere visitando la grande antologica allestita nella Sala delle Ciminiere al MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, c’è l’interesse per il ruolo dell’immaginazione come mezzo per costruire il sapere. Nei suoi lavori precedenti, Ludovica Carbotta si è dedicata all’esplorazione fisica dello spazio urbano grazie a quella che definisce “fictional site specificity” (una specificità̀del sito fittizio), cioè una pratica artistica che, interessandosi ai siti, inventa luoghi immaginari, oppure pensa a luoghi reali che prendono forma in contesti di fantasia. Le oltre cento opere in mostra – il cui titolo è Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own – invitano a riflettere, sul filo del rasoio tra realtà e finzione, su cos’è un luogo, sul senso della comunità e della partecipazione, sul linguaggio. Lasciando una buona ipotesi: con l’immaginazione è effettivamente possibile creare un posto a cui appartenere?

 

Biografie degli artisti

 

Greta Schödl (Hollabrunn, 1929)
 

È un’artista austriaca che vive e lavora a Bologna dal 1959. È storicamente una delle protagoniste della poesia visiva italiana, mentre per la sua ricerca tra scrittura, oggetto, performance continua a essere una personalità di grande interesse. Si è formata all’Accademia di Arti Applicate di Vienna tra 1948-1953, conseguendo l’Akademiepreis come miglior studente. L’incontro con Dino Gavina la porta a trasferirsi a Bologna, dove intorno alla metà degli anni Sessanta riprende la sua attività artistica. Nel 1978 partecipa alla 38° Biennale di Venezia con la collettiva Materializzazione del Linguaggio a cura di Mirella Bentivoglio e nel 1981 alla XVI biennale di San Paolo in Brasile. Da allora fino ad oggi la sua attività espositiva è stata ininterrotta. Sue opere sono state in mostra con Poesia Visiva. La Donazione Bentivoglio, al MART di Trento e Rovereto nel 2011 e sono presenti in numerose collezioni in Italia e all’estero (National Museum of Women in the Arts, Washington; Sackner Archive of Concrete and Visual Poetry, Miami Beach). gretaschoedl.com

 

Luca Monterastelli (Forlimpopoli, 1983)

 

Ha studiato a Milano, dove vive e lavora. Subito dopo gli anni dell’Accademia, una serie di residenze artistiche hanno arricchito la sua formazione che, a partire dal Triangle France a Marsiglia (2011) lo hanno portato in vari paesi europei. Nel 2015 con Codice Italia (a cura di Vincenzo Trione) ha esposto al Padiglione italia, 56 Biennale Arte di Venezia, cui hanno fatto seguito numerose collettive come Afterimage, MAXXI – L’Aquila, nel 2022. Le sue più recenti personali sono state allestite alla Keteleer Gallery di Anversa (Sticks and Stones, a Prologue, 2023) e alla Galleria Lia Rumma di Napoli (Weightless, 2021), gallerie che lo rappresentano. Al suo lavoro è dedicata la monografia Pardon Façade, a cura di Alessandro Rabottini (inglese/italiano, Lenz Press, Milano, 2023). È incluso tra le più significative presenze italiane nella scena internazionale a partire dall’anno 2000 nel volume Strata: Arte italiana dal 2000 a cura di V. De Bellis e A. Rabottini, pubblicato con il sostegno di Italian Council X. lucamonterastelli.com

 

Virgilio Sieni (Firenze, 1957)

 

È danzatore e coreografo, attivo a livello internazionale per le più importanti istituzioni teatrali, musicali e artistiche. È stato direttore della Biennale Danza di Venezia dal 2013 al 2016, ha più volte ricevuto il premio UBU e nel 2013 è stato nominato Chevalier de l’Ordre des Arts et de Lettres dal Ministro della cultura francese. Nel 2003, a Firenze, ha fondato CANGo Cantieri Goldonetta (sede del Centro Nazionale di Produzione della danza dal 2015), un luogo di ricerca e di residenze d’artista, con un programma interdisciplinare tra danza, musica e arti visive. In seguito ha creato l’Accademia sull’arte del gesto (2007) rivolta a tutti, cittadini, artisti, performer, persone dalle diverse abilità, con progetti legati alla crescita individuale, ai temi della comunità, della città, della cura. Dal 2018 inoltre, la Scuola sul Gesto e il Paesaggio si rivolge a curatori, educatori, operatori culturali, danzatori e performer, con percorsi di formazione dedicati ad approfondire la relazione tra corpo, territorio e paesaggio. La sua ricerca si fonda sull’idea di corpo come luogo di accoglienza delle diversità e come spazio per sviluppare la complessità del gesto. virgiliosieni.it

 

Ludovica Carbotta (Torino, 1982)

 

Unisce scultura, disegno, performance, architettura e scrittura in una ricerca che fonde finzione e realtà, interrogandosi sui concetti di identità, corpo, spazio urbano e ambiente abitativo. Col Paphos, un’installazione architettonica che, a partire dalla progettazione e dalla messa in opera di una struttura-base, cresce nel tempo grazie all’artista e al contributo di altri. Dopo il diploma in Pittura all’Accademia Albertina di Torino, ha proseguito gli studi a Londra, al Central Saint Martins College e nel 2015 ha conseguito un Master in Fine Arts alla Goldsmiths University. Il suo lavoro è stato presto esposto in mostre personali e collettive in importanti istituzioni in Italia e all’estero, come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, 2019), The Drawing Center (New York, 2018 e 2019) e Museu do Louvre Pau Brazyl (Sao Paolo, 2019). Ha partecipato alla Mostra internazionale della 58° Biennale di Venezia (2019, Arsenale). Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own è un progetto realizzato col sostegno di Italian Council XI.