Nella sezione riservata, è pubblicato il bando in oggetto. Scadenza 15/12/2016.
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La Direzione
Data inserimento articolo: 25/11/2016
Nella sezione riservata, è pubblicato il Decreto per la graduatoria provvisoria in oggetto.
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La Direzione
Data inserimento articolo: 23/11/2016
Premio Alinovi Daolio 2016
Quarta edizione
Bologna, 1° dicembre, aula magna del Dipartimento delle arti, sede di S. Cristina, Piazzetta Morandi, ore 18
Milano, Premi Franco Quadri, 14 gennaio, Radio 3
Ancora una volta si sono riuniti gli Amici dei due intestatari del Premio, Renato Barilli, Claudio Marra, Alessandro Mendini, Loredana Parmesani, Jacopo Quadri, che si sono assunti la responsabilità di continuare nella bella tradizione di conferire il Premio della nuova serie, già assegnato a nomi prestigiosi quali Maurizio Cattelan, Nanni Balestrini e Bruno Benuzzi. Anche questa volta, come già nell’occasione precedente, la loro attenzione si è rivolta a un membro della formazione detta dei Nuovi-nuovi, in considerazione dell’impegno che Alinovi e Daolio hanno sempre rivolto a promuovere le sorti e la fortuna critica di quel gruppo. Dopo aver già premiato in passato Luigi Ontani, Aldo Spoldi e Marcello Jori, nonché lo stesso Benuzzi, questa volta il riconoscimento è andato, con decisione unanime, a Luigi Mainolfi. Nato in Iripinia nel 1948, dopo un primo tempo trascorso nel Meridione, l’artista ha trasferito il suo domicilio e tutta la sua attività a Torino. Inizialmente ha aderito al clima del ’68 partendo da una Body Art molto sui generis, con l’assunzione di un calco del suo corpo, nel che veniva già manifestata una convinta opzione a favore di materiali poveri e nobili allo stesso tempo come la terracotta. Quel feticcio è stato fatto precipitare al suolo fino a infrangersi in mille cocci, che poi l’artista ha ricomposto ricavandone preziose epidermidi finemente istoriate, offrendole sia in gonfia e ostentata plasticità tridimensionale, come nel caso di una monumentale campana, o di orchi ed altri animali di leggenda, tanto obesi da doversi reggere su stampelle o su tripodi; sia in sottili superfici finemente lavorate. Infatti forse il tratto più tipico dell’arte di Mainolfi sta proprio nel condurre una incessante passeggiata tra le due e le tre dimensioni, il che lo porta a non disdegnare soluzioni grafiche, oppure ad affidarsi a esili strutture filiformi. Non si contano i riconoscimenti che ha ottenuto in una carriera ormai lunga più di un mezzo secolo, con partecipazione alle Biennali di Venezia e di S. Paolo, a Documenta, a tante altre manifestazioni nazionali e internazionali.
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